È comune non fare distinzione tra luci di sicurezza e luci di riserva.
In realtà entrambi i sistemi contribuiscono a tenere alti i livelli di sicurezza sul posto di lavoro, e per tanto costituiscono il sistema d’illuminazione di emergenza, ma non hanno la medesima funzione. L’illuminazione di riserva consiste nella scelta e nell’installazione di strumenti tecnici, come gruppi di continuità, che permettono di alimentare l’impianto d’illuminazione in caso di black out.
L’illuminazione di sicurezza, invece, ha la specifica funzione di “evidenziare le vie di evacuazione e di garantirne la loro individuazione e il loro utilizzo in maniera sicura”.

Luci di sicurezza: caratteristiche fondamentali

La normativa in materia d’illuminazione di sicurezza individua e definisce tre ambiti operativi: quello delle uscite d’emergenza, quello per evitare situazioni di panico e quello specifico per ambienti lavorativi caratterizzati da un alto livello di rischio.

L’illuminazione delle uscite d’emergenza deve garantire:

  • una sicura uscita dall’edificio attraverso vie di fuga adeguatamente segnalate e chiaramente individuabili;
  • la pronta identificazione degli allarmi e delle attrezzature antincendio lungo le vie di uscita.

La normativa definisce chiaramente le caratteristiche minime dell’impianto d’illuminazione per le uscite d’emergenza, che non può produrre un’irradiazione luminosa inferiore a 2 lux ad 1m dal piano del calpestio, in qualsiasi punto della via di esodo, e di 5 lux in corrispondenza delle scale e delle porte.

L’illuminazione contro il panico deve essere presente nelle zone particolarmente ampie e in quelle attraversate dalle vie di esodo. In questo caso la potenza dell’irradiazione luminosa non deve essere inferiore a 2 lux.

L’illuminazione di ambienti nei quali gli operatori sono adibiti in processi particolarmente pericolosi, deve consentire un’adeguata procedura di sicurezza. Proprio per questo motivo l’irradiazione luminosa minima per questi casi deve essere pari ad almeno il 10% di quella “normale” e, comunque, non inferiore a 15 lux, ma anche disponibile in una frazione di secondo.

Luci di sicurezza: operazioni di manutenzione

La manutenzione periodica dell’impianto delle luci di sicurezza è fondamentale. La norma UNI CEI 11222:2013 definisce la verifica come “l’insieme delle operazioni mediante le quali si accerta la rispondenza dell’impianto d’illuminazione di sicurezza ai dati di progetto”. Le prassi fondamentali consistono in:

  • una valutazione dell’efficienza complessiva dell’impianto e dei singoli dispositivi d’illuminazione;
  • un test relativo alla corretta, e rapida, attivazione dell’impianto in caso di emergenza (es. black out);
  • una verifica del livello di autonomia delle luci di sicurezza che, è opportuno ricordarlo, funzionano tramite batterie ricaricabili.

La prima prende il nome di “verifica generale”, la seconda di “verifica di funzionamento”, la terza di “verifica di autonomia”.

Luci di sicurezza: periodicità dei controlli

La “verifica di autonomia” deve essere eseguita ogni anno e per ogni piano e stanza di un edificio. Periodicità diverse sono indicate dal costruttore. Se l’impianto è dotato di un sistema per effettuare i test automaticamente (ATS), le verifiche consistono nell’esame dello stato degli appositi indicatori.

Nel Registro dei controlli periodici, il responsabile del sistema deve elencare tutte le attività di verifica e le eventuali anomalie rilevate. Le anomalie riscontrate devono essere segnalate prontamente allo stesso responsabile dell’impianto ed eliminate nel più breve tempo possibile.

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