Cos’è il Radon
Il Radon è un gas naturale nobile, incolore e inodore, che proviene dal decadimento di uranio e radio. Si tratta dell’elemento chimico con simbolo “Rn” e con massa atomica 222; la radioattività del Radon si misura in Becquerel (Bq), dove un Becquerel corrisponde alla trasformazione di un nucleo atomico al secondo. Poiché è generato da due sostanze radioattive, il radio e l’uranio, questo gas naturale è radioattivo e pericoloso per la salute umana quando inalato in quantità significative; per questo motivo la misurazione del Radon deve essere eseguita quando ci sono i presupposti per la sua presenza nell’aria.
Il Radon è presente naturalmente nel suolo, in concentrazioni che vanno da qualche centinaio a oltre un milione di Bq/metro cubo, nelle acque sotterranee e in rocce e materiali naturali che vengono spesso utilizzati come materiali da costruzione, quali il tufo, alcune tipologie di granito e il porfido.
All’aperto il Radon si diluisce e si disperde nell’aria, ma in ambienti chiusi si può accumulare, raggiungendo, in alcune situazioni, un’elevata concentrazione. Essendo una sostanza gassosa si può spostare facilmente e sfuggire dalle porosità del terreno disperdendosi non solo nell’aria, ma anche nell’acqua. Nei luoghi chiusi può raggiungere valori elevati che comportano rischi per la salute dell’uomo; ad esempio il Radon può penetrare nelle case attraverso fessure, crepe o punti aperti delle fondamenta, da tubature bucate, ma anche dagli stessi materiali da costruzione utilizzati per la costruzione di abitazioni, magazzini e locali di vario genere.
I rischi del Radon
Il Radon, ma anche le sostanze che possono provenire dal suo decadimento, possono emettere nel tempo particelle che, se inalate, si depositano nei polmoni, provocando un irraggiamento energetico che danneggia le cellule epiteliali. Al verificarsi di questa situazione aumenta il rischio di contrarre un tumore polmonare. Infatti questa tipologia di gas si distribuisce uniformemente nell’aria all’interno di un luogo chiuso, mentre i suoi prodotti di decadimento si attaccano al particolato dell’aria che viene respirata, depositandosi successivamente sui muri e sulla mobilia.
La maggior parte del Radon che viene inalato viene espirato prima che decada, ma purtroppo una piccola quantità si trasferisce nei polmoni, nel sangue e, di conseguenza, in tutti gli altri organi; i prodotti del decadimento invece si attaccano alle pareti dell’apparato respiratorio irraggiando, attraverso le particelle alfa, le cellule dei bronchi.
Il Radon si può trovare anche nell’acqua potabile, con una concentrazione molto variabile; anche se in misura minore rispetto alla concentrazione di Radon presente nell’atmosfera, questo gas radioattivo presente nell’acqua potabile può rappresentare comunque una fonte di esposizione dello stomaco alle radiazioni ionizzate.
Il Radon è il principale pericolo per l’uomo tra le fonti di radiazione ionizzanti; uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità presentato durante il convegno tenutosi nel giugno 2008 dal Centro Nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie, ha stimato che in Italia ci sono ogni anno 3200 morti per tumori ai polmoni causati dal Radon: è considerato la seconda causa di morti per tumore ai polmoni, dopo le sigarette. Su un totale di 32.000 decessi l’anno per tumore polmonare in Italia, è stato stimato che il 10% è causato dal Radon.
Per tutti questi motivi risulta fondamentale mettere in atto un’opportuna prevenzione, che deve necessariamente incominciare con la misurazione del Radon negli ambienti a rischio.
Gli ambienti a rischio Radon
La principale esposizione di Radon nei confronti delle persone comuni avviene in casa, nelle scuole e nei luoghi di lavoro. La concentrazione gassosa dipende da quanto uranio è presente nel terreno sottostante l’edificio o nei materiali di costruzione; il gas migra dal suolo o dai materiali utilizzati e penetra all’interno degli edifici attraverso le fessure, le crepe, i passaggi dai vari impianti elettrici, termici o idraulici e dagli attacchi delle pareti. Livelli di Radon più elevati si trovano generalmente nelle cantine, nei seminterrati, nei piani terra privi di vespaio areato e in generale nei piani più bassi, a causa della maggiore vicinanza al suolo.
Ci sono forti variazioni di concentrazione di Radon in merito allo spazio e al momento di rilevazione del gas; la misurazione del Radon ha rilevato che edifici vicini possono avere concentrazioni molto differenti, come anche si è notata una forte differenza di concentrazione di Radon tra il giorno e la notte, l’inverno e l’estate e in differenti situazioni meteorologiche.
È però certo che l’accumulo del gas radioattivo può essere favorito negli ambienti chiusi con una scarsa circolazione di aria; inoltre è evidente che elevate concentrazioni di Radon possono essere presenti in miniere, sottovie, catacombe e grotte. Non sono poi da sottovalutare le concentrazioni potenziali di questo gas negli stabilimenti termali, in quanto le acque utilizzate possono veicolare il Radon.
Negli ultimi anni in Italia sono state eseguite diverse mappature con differenti criteri e diverse modalità, che non hanno portato a indicazioni univoche; inoltre sono poche le regioni che hanno ratificato le mappature, nonostante sia previsto dal D. Lgs. 241/00. Dalle mappature del Radon si possono stabilire le aree a rischio Radon: in queste aree sarebbe obbligatorio per legge eseguire delle misure annuali in tutti i luoghi di lavoro ad elevata concentrazione di Radon, quindi non solo nei luoghi sotterranei o seminterrati.
Normativa Radon nei Luoghi di Lavoro
Sono molti i Paesi che hanno deciso di fissare un livello massimo di presenza di Radon nei luoghi chiusi, attraverso l’emanazione di norme e raccomandazioni. A livello europeo è attualmente in vigore la raccomandazione 90/143/Euratom del 21/02/90 che fissa una soglia di intervento al superamento del livello di concentrazione di 400 Bq/metro cubo per gli edifici residenziali, abbassando la soglia a 200 Bq/metro cubo per gli edifici di nuova costruzione. Secondo l’articolo 74 della Direttiva 2013/59/Euratom gli Stati membri dell’Unione Europea devono stabilire dei livelli di riferimento nazionali per le concentrazioni di Radon in luoghi chiusi. Inoltre è stato fissato che i livelli di riferimento per la media annua della concentrazione di attività in aria non devono essere maggiori di 300 Bq/metro cubo.
L’Italia ha fissato degli obblighi legislativi (Art. 10 Bis D.Lgs. 230/95 e successive modifiche) in materia di protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti; inoltre, in alcuni specifici casi, ha preso in considerazione la raccomandazione CEC 90/143.
Nel 2009 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato il rapporto “WHO Handbook on Indoor Radon: A public Health Perspective” dove viene raccomandato a tutti gli Stati membri di adottare un livello di riferimento pari a 100 Bq/metro cubo o comunque non superare mai il livello di 300 Bq/metro cubo.
Con il Decreto legislativo 26/05/00 n. 241 l’Italia ha fissato un livello di 300 Bq/metro cubo per gli ambienti di lavoro; se si supera tale livello è compito del datore di lavoro valutare in maniera seria ed approfondita la situazione e, se necessario a difendere la salute dei propri lavoratori, procedere con una bonifica del luogo di lavoro con elevata concentrazione del gas radioattivo.
A causa del forte rischio di presenza di Radon, la sua misurazione deve essere obbligatoriamente eseguita in tutti i luoghi di lavoro sotterranei e, in particolare, quando i lavoratori permangono in ambienti sotterranei o semi sotterranei, quindi con almeno tre pareti confinanti con il terreno. I lavoratori esposti a rischio Radon sono soprattutto quelli che svolgono il proprio lavoro nel sottosuolo, in cunicoli o gallerie, come anche i lavoratori che si occupano di attività estrattive, raccolta e stoccaggio di materiali che non sono considerati radioattivi ma che possono contenere radionuclidi naturali o lavoratori in strutture termali. Inoltre si considerano a rischio quei lavoratori che svolgono la propria attività per oltre 10 ore al mese in luoghi seminterrati, magazzini sotterranei, locali sotto il livello stradale, fungaie, catacombe, miniere.
Anche altre particolari categorie di lavoratori sono considerati a rischio:
- coloro che svolgono attività in aerei, a causa delle radiazioni cosmiche;
- coloro che lavorano in industrie e depositi fertilizzanti;
- coloro che producono pigmento colorante al biossido di titanio o lavorano alcuni particolari materiali minerali, quali ad esempio il pirocloro e la bauxite.
L’OMS e la Commissione Europea hanno fornito linee guida anche in merito alla verifica dell’acqua potabile; la raccomandazione è volta ad incentivare il numero di controlli nelle riserve d’acqua per evitare che si superi una concentrazione di Radon di 100 Bq/litro. In Italia il Consiglio Superiore di Sanità ha raccomandato che la concentrazione di Radon nelle acque minerali e imbottigliate non superi i 100 Bq/litro.
Come si misura il Radon
La misurazione della concentrazione del Radon può essere eseguita attraverso diversi rivelatori, che utilizzano differenti tecniche: rivelatori a tracce, a carbone attivo, ad integrazione elettronica o attraverso l’utilizzo del monitor continuo. I rivelatori di Radon forniscono differenti informazioni; alcuni misurano la concentrazione media del Radon nel periodo indagato, altri invece consentono di monitorare l’andamento temporale della concentrazione del gas, solitamente considerando tempi più limitati. In particolare, in merito alla durata della misurazione, i rivelatori possono distinguersi in short term, quando le rilevazioni si eseguono per alcuni giorni, e long term, quando si eseguono rilevazioni per un periodo piuttosto lungo, solitamente alcuni mesi.
Le misure short term sono indicate per fornire una prima e veloce indicazione sulla concentrazione di Radon nell’ambiente, con il limite che le informazioni fornite sono riferite al solo periodo di effettuazione della misurazione. Le misure long term viceversa riescono a fornire dati in merito alla concentrazione media annua, purché siano eseguite almeno due misure semestrali consecutive, in particolare in inverno e in estate, così da tenere conto della stagionalità e quindi delle diverse condizioni meteorologiche.
Per la misurazione del Radon si possono anche considerare tre diversi approcci di campionamento: la rilevazione istantanea, che analizza singoli campioni di aria o di acqua in un brevissimo intervallo di tempo, la rilevazione continua, solitamente con analisi eseguite nel tempo di un’ora, e la misurazione integrata, che può fornire misurazioni temporali di concentrazione in periodi che vanno da alcuni giorni ad alcuni mesi.
Quando si è accertata la presenza di Radon si può diminuirne la concentrazione, e quindi di conseguenza la pericolosità, attraverso una serie di possibili interventi, quali ad esempio:
- pressurizzazione del terreno;
- aspirazione dell’aria interna;
- aereazione dell’ambiente;
- ventilazione del vespaio;
- pressurizzazione dell’intero edificio;
- sigillatura di crepe e fessure presenti in muri o in pavimenti;
- impermeabilizzazione del pavimento;
- isolamento delle porte comunicanti con le cantine.
Servizio di misurazione Radon
L’Italia ha fissato degli obblighi legislativi (Art. 10 Bis D.Lgs. 230/95 e successive modifiche) in materia di protezione sanitaria delle persone e dei lavoratori contro i rischi derivanti dalle radiazioni. Viene quindi considerata l’esposizione dei lavoratori a sorgenti radioattive naturali, tra cui il Radon, e viene indicato come obbligatorio verificare e richiedere il controllo e il contenimento della concentrazione di Radon, specialmente in alcuni specifici luoghi di lavoro, quali tunnel, sotto vie, grotte, catacombe, locali sotterranei, qualsiasi ambiente di lavoro situato in zone a rischio Radon e gli stabilimenti termali. Quindi il controllo e la misurazione del gas risulta obbligatorio per tutte quelle aziende che possiedono locali di lavoro interrati o seminterrati.
In caso di inadempimento da parte del datore di lavoro, sono previste sanzioni pecuniarie da 2600 euro fino a 10300 euro circa ed anche eventuali sanzioni penali, quali l’arresto fino a 3 mesi.
La nostra azienda offre il proprio servizio di misurazione ed analisi del Radon a tutela dei lavoratori e secondo il rispetto degli obblighi di legge. La modalità di erogazione del servizio avviene con uno o più sopralluoghi, secondo le necessità, per raccogliere i dati e posizionare i dosimetri e un successivo sopralluogo per ritirare i dosimetri. Successivamente i nostri specialisti provvederanno a predisporre una relazione, a cui viene allegata una planimetria indicativa dei punti di misura. Il servizio offerto si intende comprensivo delle eventuali ripetizioni di misurazioni se, nella prima misurazione, sono stati superati i livelli di soglia. La relazione sarà eseguita sulla base dei dati raccolti e della loro elaborazione; nel caso del superamento di 300 Bq/metro quadro di concentrazione di Radon, verrà esposto un progetto di bonifica.
Nel rispetto della normativa Euratom 2013/59 la misurazione dovrà essere ripetuta in funzione dei risultati delle misurazioni ogni tre anni, se non è stata rilevata una concentrazione superiore a 300 Bq/metro quadro, o annuale nel caso in cui è stata rilevata una concentrazione superiore a 300 Bq/metro quadro.