Valutazione Campi Elettromagnetici

Effettuare una corretta Valutazione dei Campi Elettromagnetici è indispensabile per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori esposti ai campi elettromagnetici sui luoghi di lavoro. A tale scopo è necessario considerare alcuni elementi importanti, in particolare il livello e il tipo di esposizione.

Una volta individuate le sorgenti, occorre poi accertare gli effetti diretti ed indiretti sulla salute dei lavoratori ed eseguire una stima del rischio.

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Pertanto, è bene individuare e suddividere le aree in cui vengono superati i livelli di esposizione in modo da delimitarle e prevenire l’accesso ai soggetti sensibili (primi fra tutti i portatori di dispositivi medici e le donne in gravidanza) e prevedere delle regole ben precise per tutelare le persone che lavorano in ambienti potenzialmente pericolosi.

Infine, sulla base dei dati raccolti il datore di lavoro deve decidere quali misure di prevenzione e protezione adottare al fine di ridurre e/o eliminare le emissioni dei campi elettromagnetici.

Rischio campi elettromagnetici: la normativa

Dal punto di vista della normativa, il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (D.lgs. 81/08) e la Direttiva Europea 2013/35/UE (recepita in Italia con il D.lgs. n. 159/2016) sono i punti di riferimento per la protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a campi elettromagnetici.
Inoltre, va menzionata anche la “Guida non vincolante di buone prassi per l’attuazione della direttiva 2013/35/UE relativa ai campi elettromagnetici”. Sebbene non sia un documento giuridicamente vincolante, tuttavia è considerato un valido supporto per il datore di lavoro per capire le misure da adottare in conformità alla direttiva.

Cos’è un campo elettromagnetico?

Quando uno strumento elettrico ad uso industriale o domestico è in funzione, produce un campo elettromagnetico la cui intensità dipende dalla corrente utilizzata. Il campo elettromagnetico deriva dalla combinazione:

  • del campo elettrico: si misura in volt al metro (V/m) ed è dovuto a differenze di potenziale elettrico o tensioni;
  • del campo magnetico: misurato in unità di Gauss o di Tesla (T) è generato dalla circolazione di corrente elettrica.

Ogni variazione del campo elettrico genera una variazione del campo magnetico. Dalla combinazione dei due effetti nasce l’onda elettromagnetica che si propaga nello spazio alla velocità della luce (circa 299 mila km/sec).

valutazione campi elettromagnetici

I campi elettromagnetici (CEM) possono essere generati:

  • da fonti naturali: si pensi, ad esempio, ai campi elettrici che si producono nell’atmosfera in occasione di temporali o al campo magnetico terrestre, in grado di orientare l’ago di una bussola;
  • da fonti artificiali: generati dall’uomo durante la trasmissione di informazioni da antenne televisive, impianti radiofonici, telefonia mobile, apparati per applicazioni biomedicali, impianti per lavorazioni industriali, dispositivi di rete elettrica (elettrodomestici), ecc.

Per misurare un campo elettromagnetico si usa la frequenza (Hz) che indica il numero di oscillazioni che l’onda elettromagnetica compie in un secondo, in base alla quale è possibile distinguere i campi:

  • elettrici e magnetici statici (0 Hz);
  • elettrici e magnetici a frequenze basse (fino a 300 Hz);
  • elettromagnetici a frequenza intermedia (300 Hz – 10 MHz);
  • elettromagnetici a radiofrequenza e microonde (10 MHz – 300 GHz).

Questa distinzione è importante anche per capire le possibili conseguenze dei campi elettromagnetici sulla salute umana.

Rischio CEM: quali sono gli effetti sulla salute dell’uomo?

Tra gli effetti nocivi dei campi elettromagnetici è possibile distinguere quelli di natura acuta (a breve termine) e quelli cronici (a lungo termine, ossia quando possono manifestarsi anche dopo molto tempo e come conseguenza di esposizioni a livelli bassi ma per periodi prolungati).

Ebbene, con riferimento agli effetti di natura acuta (a breve termine) è stato accertato che si verificano solo al di sopra di determinati soglie di esposizione. Ad esempio, possono verificarsi l’opacizzazione del cristallino, alcune anomalie alla cornea, delle alterazioni delle funzioni neurali e neuromuscolari. Inoltre sono stati rilevati anche effetti sul sistema visivo e sul sistema nervoso centrale, extrasistole e fibrillazione ventricolare.

Va precisato, però, che la direttiva non affronta le ipotesi di effetti nocivi a lungo termine sulla salute.

Inoltre, tutti i lavoratori esposti ai campi elettromagnetici devono essere sottoposti ogni anno a sorveglianza sanitaria. Quelli particolarmente a rischio sono i portatori di dispositivi medici impiantabili attivi e passivi (stimolatori e defibrillatori cardiaci, protesi dell’orecchio interno, protesi articolari, ecc.), le donne in gravidanza e tutti coloro che assumono farmaci per note patologie mediche.

Campi elettromagnetici: effetti diretti e indiretti

Gli effetti che derivano dai campi elettromagnetici possono essere di due tipologie:

  • diretti: ossia immediatamente riscontrabili, e che possono provocare ad esempio nausea, riscaldamento del corpo (o parti di esso), effetti su nervi, muscoli o organi sensoriali;
  • indiretti: causati dalla presenza di un oggetto che può rappresentare un rischio per la sicurezza o la salute. Gli effetti indiretti insorgono a livelli espositivi bassi e consistono in interferenze con dispositivi elettronici passivi (protesi, piastre di metallo, ecc.) o attivi (pacemaker o defibrillatori impiantati). Tali effetti si possono prevenire verificando che nell’ambiente di lavoro siano rispettati i livelli di riferimento per la popolazione prescritti dalla normativa. Se si riscontra un superamento dei livelli, allora è opportuno segnalare il luogo ed impedirne l’accesso ai soggetti particolarmente sensibili (ossia quelli che presentano controindicazioni all’esposizione ai campi elettromagnetici).

Valutazione campi elettromagnetici

La valutazione campi elettromagnetici è un documento che consente al datore di lavoro di accertare i rischi per la salute e la sicurezza dei dipendenti esposti alle onde elettromagnetiche nell’ambiente di lavoro. Per una corretta valutazione, potrebbe essere necessario acquisire informazioni sui campi elettromagnetici tramite:

  • banche dati;
  • fabbricanti;
  • calcoli o misurazioni.

Se i rischi dovuti ai campi elettromagnetici sul luogo di lavoro sono bassi, non saranno necessarie ulteriori misure. È sufficiente che il datore di lavoro dichiari di aver analizzato il luogo di lavoro e comunichi l’esito di tale esame.

Invece, nell’ipotesi in cui il rischio non sia basso, i datori di lavoro dovranno seguire una valutazione per adottare le eventuali precauzioni.

Se dalla valutazione effettuata non emerge alcun rischio significativo, la procedura si conclude.

Ai fini di una corretta ed efficace valutazione del rischio è importante prendere in considerazione:

  • il livello, lo spettro di frequenza, la durata e il tipo di esposizione;
  • i valori limite di esposizione e valori di azione;
  • le informazioni raccolte nel corso della sorveglianza sanitaria;
  • le sorgenti multiple di esposizione;
  • gli effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori;
  • l’esistenza di attrezzature di lavoro alternative;
  • eventuali azioni di risanamento volte a minimizzare i livelli di esposizione ai CEM;
  • l’esposizione simultanea a campi di frequenze diverse.

Le Sorgenti di rischio CEM

La valutazione del rischio da campi elettromagnetici prevede una fase di intervento iniziale che consiste nell’individuare e classificare i luoghi e le attrezzature di lavoro, a seconda che possano superare o meno i livelli di esposizione di riferimento per la popolazione. Secondo la normativa, se le apparecchiature non sono in grado di emettere campi di intensità superiore ai livelli di riferimento oppure i luoghi di lavoro rispettano detti livelli di riferimento, allora si considerano conformi a priori (e talvolta sono denominati come sorgenti giustificabili).

Se, invece, nel luogo di lavoro sono presenti apparati capaci di emettere campi di intensità superiore ai livelli di riferimento, è necessario procedere con una valutazione ulteriore.

Sul punto va menzionata la norma CEI EN 50499 che riporta due tabelle: la prima comprende tutti i luoghi e le attrezzature di lavoro considerati conformi a priori; la seconda indica i luoghi e le attrezzature per le quali è necessario procedere alla valutazione ulteriore.

Una volta effettuato il primo step di valutazione, quindi dopo aver individuato i luoghi di lavoro nelle quali si riscontra un livello di esposizione superiore a quello di riferimento, è indispensabile provvedere ad una suddivisione delle zone nel seguente modo:

  • Zona 0: quando i livelli di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico rispettano i limiti per la popolazione generale oppure le sorgenti presenti sono conformi a priori. La zona 0 è a libero accesso, nel senso che può accedere chiunque, compresi i soggetti i portatori di protesi metalliche, le donne in gravidanza e i minori;
  • Zona 1: vuol dire che i livelli di riferimento per la popolazione sono superati, ma comunque sono rispettati i limiti occupazionali. Possono accedere alla Zona 1 solamente i lavoratori addetti alla lavorazione specifica effettuata in quell’area, previo accertamento di idoneità espositiva al CEM da parte del Medico Competente;
  • Zona 2: quando i livelli di esposizione superano i valori limite occupazionali. L’accesso alla in quest’aerea è precluso a chiunque, a meno che non siano adottate delle particolari misure di protezione per i lavoratori addetti a specifiche mansioni.

Rischio CEM: quali misure adottare?

Sulla base dei valori limite di esposizione e dei valori di azione raccolti, saranno decise le misure di prevenzione e protezione da applicare per la tutela dei lavoratori. In particolare, il datore di lavoro può:

  • adottare una metodologia di lavoro che implichi una minore esposizione ai campi elettromagnetici;
  • scegliere attrezzature che emettano campi elettromagnetici di intensità inferiore;
  • ridurre l’emissione dei campi elettromagnetici, ad esempio usando dispositivi di protezione individuale oppure altri strumenti di sicurezza;
  • programmare una costante manutenzione delle attrezzature di lavoro, dei luoghi e delle postazioni;
  • limitare la durata e l’intensità dell’esposizione.

Valutazione campi elettromagnetici: quando fare l’aggiornamento?

La valutazione dei rischi da campi elettromagnetici deve essere aggiornata ogni 4 anni da personale formato ed altamente qualificato. In ogni caso, la valutazione CEM va sempre fatta in presenza di cambiamenti di strutture o attrezzature di lavoro oppure ogni volta che sia necessaria in base alla sorveglianza sanitaria obbligatoria.

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