Rischio Vibrazioni: che cos’è, le Tipologie di Vibrazioni, le Misure di Prevenzione

Il Rischio Vibrazioni si presenta quando un lavoratore utilizza strumenti o macchinari, come ad esempio martelli pneumatici, trapani, seghe circolari, tagliaerba, carrelli elevatori, trattori, ecc., che determino delle sollecitazioni negli apparati e negli organi interni.

Le vibrazioni possono avere frequenze:

  • basse: comprese fra 0,1 e 2 Hz generate da mezzi di trasporto marittimi, aerei e terrestri;
  • medie: comprese fra i 2 e i 20 Hz generate da macchine ed impianti industriali;
  • alte: oltre i 20 Hz generate da strumenti vibranti, come ad esempio il martello pneumatico.

Gli altri parametri che caratterizzano le vibrazioni sono:

  • l’ampiezza: cioè lo spostamento massimo dalla posizione di equilibrio;
  • la velocità: con cui avviene lo spostamento;
  • l’accelerazione: ossia la variazione di velocità.

 

Vuoi essere contattato da un nostro Consulente?
Compila il modulo, riceverai tutte le informazioni richieste:

 
L’esposizione alle vibrazioni rappresenta un rischio per la salute da non sottovalutare, in quanto potrebbe causare serie patologie o comunque arrecare disagio e disturbo nell’espletamento dei compiti lavorativi. Per tale ragione è obbligatorio effettuare un’attenta valutazione del rischio vibrazioni quando l’attività lavorativa prevede l’impiego di particolari attrezzature. In tal caso, occorre prendere in esame anche altri fattori che contribuiscono ad aumentare il rischio, come le posture, la modalità di presa degli utensili, ecc.

Le Tipologie di Vibrazioni

A seconda delle parti del corpo coinvolte, possiamo distinguere le vibrazioni trasmesse al sistema mano-braccio (HAV) o quelle che interessano il corpo intero (WBV).

Le vibrazioni mano-braccio (HAV) sono quelle che derivano da un’apparecchiatura vibrante che va impugnata con una o con entrambe le mani. Rientrano in questa categoria i seguenti strumenti: trapani, martelli pneumatici, avvitatori, motoseghe, smerigliatrici, levigatrici, scalpellatori, tagliaerba, chiodatrici, cubettatrici, ecc.

Le vibrazioni causate dall’utilizzo dei suddetti strumenti possono causare disturbi vascolari, osteoarticolari, neurologici o muscolari. I disturbi più comuni sono quelli di natura vascolare e corrispondono generalmente alla sindrome di Reynaud o “sindrome del dito bianco”.

rischio vibrazioni

Il D.Lgs. 81/08 stabilisce che il limite di esposizione giornaliera a tale tipologia di vibrazioni a mani e braccia, su un periodo di riferimento di 8 ore, è pari a 5 m/s2, mentre su periodi brevi è di 20 m/s2; il valore d’azione giornaliero, su un periodo di riferimento di 8 ore, è invece di 2,5 m/s2.

Invece, le vibrazioni trasmesse al corpo intero (WBV) sono quelle ricevute a causa dell’utilizzo di mezzi di trasporto o di movimentazione. Rientrano in questa seconda categoria: ruspe; trattori, perforatori, carrelli elevatori, gru, camion, autobus, imbarcazioni, elicotteri, ciclomotori, ecc.

Tali vibrazioni possono comportare lombalgie e traumi del rachide e il limite di esposizione giornaliera, su un periodo di riferimento di 8 ore, è di 1,0 m/s2, mentre su periodi brevi di 1,5 m/s2; il valore d’azione giornaliero, normalizzato a un periodo di riferimento di 8 ore, è invece di 0,5 m/s2.

Sia che si tratti di vibrazioni che interessano mani-braccia sia che coinvolgono il corpo, è importante restare sempre al di sotto dei valori limite, altrimenti il datore di lavoro è obbligato ad attuare una serie di misure per la riduzione dell’esposizione alle vibrazioni.

La Misurazione del Rischio da Vibrazioni

L’entità del rischio di esposizione alle vibrazioni è individuata dai valori:

  • di azione giornalieri: oltre i quali il datore di lavoro ha l’obbligo di elaborare un programma di misure per ridurre l’esposizione, attivare la sorveglianza sanitaria e fornire adeguata informazione e formazione degli esposti;
  • limite di esposizione giornalieri: oltre i quali il datore di lavoro si deve attivare immediatamente per riportare l’esposizione dei lavoratori al rischio vibrazione nuovamente ai livelli previsti dalla normativa vigente.

La valutazione del rischio può essere effettuata senza misurazioni, sulla base di informazioni reperibili dal costruttore o da banche dati accreditate, sia mediante misurazioni. In quest’ultimo caso, in particolare, l’entità delle vibrazioni a cui sono esposti i lavoratori viene misurata mediante uno strumento chiamato accelerometro, che viene applicato all’impugnatura o al sedile della macchina utilizzata. La misurazione viene poi espressa in accelerazione, un valore che tiene conto delle variazioni di frequenza e di intensità delle vibrazioni durante il tempo di misura.

La Valutazione del Rischio Vibrazioni

La legge prevede che il datore di lavoro debba effettuare una valutazione e/o misurazione dei livelli delle vibrazioni a cui sono esposti i dipendenti della sua azienda in modo da capire se ci sia un rischio per la salute. In tal caso è fondamentale adottare le misure di prevenzione e protezione previste dalla normativa vigente.

Per la valutazione del rischio vibrazione, il datore di lavoro deve considerare, in particolare, i seguenti elementi:

  • livello, tipo e durata dell’esposizione a vibrazioni;
  • valori limite di esposizione e valori d’azione;
  • eventuali effetti sulla salute e sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rischio (come le donne in gravidanza), oltre agli effetti indiretti;
  • informazioni fornite dal costruttore dell’attrezzatura di lavoro;
  • attrezzature alternative per ridurre i livelli di esposizione alle vibrazioni;
  • prolungamento, oltre le ore lavorative, del periodo di esposizione a vibrazioni trasmesse al corpo intero;
  • condizioni di lavoro particolari;
  • informazioni raccolte dalla sorveglianza sanitaria.

La valutazione del rischio vibrazioni deve confluire nel Documento di Valutazioni Rischi (DVR) e, se i valori d’azione vengono superati, il datore di lavoro deve necessariamente:

  • prendere in considerazione altri metodi di lavoro che prevedano una minore esposizione alle vibrazioni;
  • scegliere le attrezzature di lavoro adeguate che producano il minor livello di vibrazioni possibile e riducano i rischi di lesioni;
  • valutare i programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, del luogo di lavoro, dei sistemi sul luogo di lavoro e dei dispositivi di protezione individuale (DPI), ad esempio scegliere guanti da lavoro specifici, che rispettino le norme antivibrazione;
  • provvedere all’informazione e formazione dei lavoratori sull’uso corretto e sicuro delle attrezzature di lavoro e dei DPI, per ridurre al minimo l’esposizione a vibrazioni;
  • limitare la durata e l’intensità dell’esposizione;
  • organizzare orari di lavoro appropriati, con adeguati periodi di riposo;
  • fornire ai lavoratori esposti gli indumenti per la protezione dal freddo e dall’umidità.

Come previsto dal Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, la valutazione rischio vibrazioni deve essere aggiornata ogni 4 anni (o prima, in caso di modifiche sostanziali dell’organizzazione aziendale).

Rischio Vibrazioni: quali sono i Danni?

Come già anticipato, le vibrazioni meccaniche possono determinare nel lavoratore esposto l’insorgenza di alcune patologie, come ad esempio:

  • neuropatie periferiche;
  • angioneurosi, o sindrome di Raynaud: si manifesta con episodi di pallore digitale da vasocostrizione spastica dei vasi afferenti alle dita;
  • osteoartropatie dei polsi e gomiti;
  • sindrome da intrappolamento dei tronchi nervosi degli arti superiori;
  • patologie muscolo-tendinee degli arti superiori;
  • sindrome da compressione dei nervi periferici (come ad esempio il tunnel carpale, il tunnel cubitale, ecc.
  • tendinopatie infiammatorie e/o degenerative (tendiniti, tenosinoviti, peritendiniti, tendinosi) della spalla, gomito, polso e mano
  • osteoartropatie croniche degenerative come artrosi del polso e del gomito

Altre patologie possono essere, ad esempio, le dita a scatto, l’ispessimento dell’aponeurosi palmare con contrattura progressiva delle dita della mano, borsiti, cisti tendinee, ecc.

Rischio Vibrazioni: le Misure di Prevenzione

Tra le possibili misure di prevenzione del rischio vibrazioni ci sono in particolare:

  • l’organizzazione del lavoro, dei tempi di esposizione e dei turni lavorativi;
  • l’utilizzo di DPI, soprattutto dei guanti ammortizzanti;
  • la sorveglianza sanitaria: ossia sottoporre il lavoratore a visite mediche periodiche (con limitazioni e prescrizioni) solitamente una volta l’anno oppure con cadenza decisa dal medico competente quando l’esposizione è tale da aver determinato una malattia oppure effetti nocivi per la salute del lavoratore, con una probabilità che tali conseguenze sopraggiungono nelle particolari condizioni di lavoro;
  • l’astensione del lavoratore dal fumo di tabacco;
  • la limitazione del consumo di alcool;
  • il controllo del metabolismo lipidico e glucidico.

Per maggiori informazioni, compila il modulo:

    Lascia i tuoi contatti, un nostro consulente ti risponderà rapidamente!

    Nome*

    Azienda*

    Provincia*

    Telefono*

    Email*

    Messaggio*

    Le informazioni sopra riportate (azienda, provincia e telefono), sono necessarie per permetterci di formulare una proposta commerciale, laddove richiesta. Cliccando su "Invia" riceverai maggiori informazioni sul servizio da te indicato (leggi l'informativa privacy completa).

    Selezionando questa opzione accetti di ricevere la newsletter mensile. Potrai disiscriverti in ogni momento grazie al link presente in ciascuna email che ti invieremo.