Nuovo Protocollo Anti Covid per i Luoghi di Lavoro

In data 06 aprile 2021, è stato pubblicato un nuovo protocollo Anti Covid, con un aggiornamento delle misure volte a contenere e contrastare la diffusione dell’epidemia negli ambienti di lavoro.

Si tratta di una versione aggiornata del protocollo anti-contagio (condiviso dalle parti sociali) pubblicato nel corso del 2020, a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, per consentire alle aziende di continuare a lavorare in totale sicurezza.
 

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In particolare, il documento prevedeva la disciplina di alcune attività (come la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica degli spazi aziendali), la sospensione dell’attività lavorativa (prediligendo dove possibile lo smart working) e alcune regole per le entrate e le uscite dal luogo di lavoro di dipendenti, fornitori, trasportatori, ecc.

Protocollo Anti Covid: cos’è?

Nell’ultimo anno, le parti sociali hanno sottoscritto un protocollo per adottare una serie di misure finalizzate al contrasto ed al contenimento della diffusione del Coronavirus negli ambienti di lavoro. Lo scopo era quello di tutelare i lavoratori e favorire lo svolgimento delle attività produttive in totale sicurezza.

Il nuovo protocollo aggiornato, pur riprendendo il contenuto del precedente documento, ha lo scopo di offrire una certa uniformità con gli altri provvedimenti emanati dal Governo nel corso del 2020.

In particolare, se non sono assicurati adeguati livelli di protezione, nel rispetto del protocollo, l’attività lavorativa deve essere sospesa fino a quando non sono ripristinate le condizioni di sicurezza.

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Il distanziamento sociale

Tra le misure di difesa dal Coronavirus, il nuovo protocollo conferma l’importanza del distanziamento sociale anche negli ambienti di lavoro. Quindi è bene ridurre il numero delle persone presenti nei locali dell’azienda. Al riguardo è utile, da un lato, organizzare una turnazione tra i lavoratori che devono essere presenti in azienda e quelli che invece devono lavorare da remoto (il cosiddetto lavoro agile). Dall’altro lato è importante offrire una rotazione dei dipendenti da collocare in cassa integrazione, in modo da garantire a tutti equità nel trattamento anche dal punto di vista economico.

L’obbligo di informazione delle misure anti-contagio

L’azienda deve comunicare ai propri lavoratori (ed a chiunque entri nei locali) le misure adottate dalle Autorità, tramite la consegna e l’affissione di dépliant informativi. L’informazione deve essere adeguata alle mansioni ed ai contesti lavorativi, con particolare riferimento alle misure da adottare (come, ad esempio, l’uso corretto dei DPI per prevenire ogni forma di contagio).

In particolare, le informazioni devono riguardare:

  • l’obbligo di rimanere nel proprio domicilio in presenza di febbre (oltre 37.5°) o altri sintomi influenzali (ad esempio, tosse o difficolta respiratoria) e di chiamare il proprio medico di famiglia e l’Autorità sanitaria territorialmente competente;
  • la consapevolezza di non poter entrare o permanere in azienda in presenza di sintomi influenzali o altre condizioni di pericolo (ad esempio se il lavoratore è stato a contatto con persone positive al Coronavirus nei 14 giorni precedenti). In tal caso è necessario restare nel proprio domicilio ed informare il proprio medico di base e l’Autorità sanitaria;
  • l’impegno a rispettare le disposizioni dell’Autorità e del datore di lavoro quando si entra in azienda (in particolare, mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro, lavarsi sempre le mani, indossare la mascherina, ecc.);
  • l’impegno di informare tempestivamente il datore di lavoro se si avverte qualsiasi sintomo influenzale durante l’espletamento della prestazione lavorativa, avendo cura di mantenere una certa distanza dalle persone presenti.

Le modalità di ingresso in azienda

Possono avere accesso in azienda i dipendenti ed i fornitori esterni la cui temperatura corporea non sia superiore ai 37,5°C. In caso contrario, sarà negato l’ingresso ai luoghi di lavoro e i soggetti in questione saranno momentaneamente isolati, dotati di mascherina chirurgica e avranno l’obbligo di avvertire il proprio medico curante e seguire le sue indicazioni.

Inoltre, è vietato entrare e permanere in azienda quando si proviene da zone particolarmente a rischio (le cosiddette zone rosse) o nel caso in cui ci sia stato un contatto, nei 14 giorni precedenti, con persone risultate positive al Covid-19.

La riammissione al lavoro dopo l’infezione da Coronavirus avverrà secondo le modalità previste dalla normativa vigente (circolare del Ministero della salute del 12 ottobre 2020) senza che sia necessaria il certificato di avvenuta negativizzazione. Tuttavia, i lavoratori positivi da più di 21 giorni possono essere riammessi in azienda solo dopo aver effettuato un tampone molecolare o antigenico con esito negativo presso una struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario.

Inoltre, l’azienda deve adottare delle misure per evitare gli assembramenti del personale (anche all’interno della struttura), individuando accessi e uscite alternative.

Per regolare l’ingresso, il transito e l’uscita degli esterni (fornitori, trasportatori, impresa di pulizie, ecc.) è necessario ridurre le occasioni di contatto con il personale presente in azienda individuando, ad esempio, percorsi predefiniti.

Inoltre è importante adottare le seguenti misure:

  • far rimanere gli autisti a bordo dei mezzi di trasporto;
  • divieto di accedere agli uffici per fornitori e trasportatori;
  • rispetto della distanza di sicurezza minima di un metro in fase di scarico e carico delle merci;
  • le informazioni sulle misure di sicurezza devono essere chiare e ben visibili sia all’entrata che all’uscita dall’azienda;
  • installare i presidi di detergenza dedicati, prevedere il divieto di utilizzo di quelli del personale dipendente e garantire una adeguata pulizia giornaliera;
  • ridurre, ove possibile, l’accesso in azienda ai visitatori;
  • in presenza di un servizio di trasporto organizzato dall’azienda, occorre rispettare la sicurezza dei lavoratori durante ogni spostamento.

Il protocollo prevede specifiche procedure anche con riferimento all’azienda committente, la quale deve comunicare all’impresa appaltatrice i contenuti del protocollo aziendale e deve vigilare affinché tutti i lavoratori ne rispettino integralmente le disposizioni.

Inoltre i due datori di lavoro devono collaborare e coordinarsi qualora dovessero verificare casi di contagio tra i dipendenti.

Trasferte nazionale e internazionali

Il nuovo protocollo consente le trasferte sia nazionali che internazionali, a condizione che il datore di lavoro, il medico competente e il responsabile del servizio protezione e prevenzione (RSPP) valutino la destinazione, la tipologia di attività prevista e tutti gli altri elementi che potrebbero aumentare il rischio di contagio dei lavoratori coinvolti.

L’obbligo di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI)

Visto il perdurare dell’emergenza epidemiologica, continua a raccomandarsi l’uso dei dispositivi di protezione individuale, ossia le “mascherine chirurgiche”.

Le mascherine chirurgiche o DPI per la protezione delle vie respiratorie con caratteristiche superiori (FFP2 e FFP3) devono essere sempre utilizzati nel luogo di lavoro, al chiuso e all’aperto, indipendentemente dalla possibilità di mantenere il distanziamento sociale di almeno un metro.

Riunioni e corsi di formazione

Il nuovo protocollo vieta le riunioni nei luoghi di lavoro, a meno che le stesse non passano svolgersi da remoto e ci sia un carattere di urgenza e necessità. In tal caso, durante la riunione è obbligatorio:

  • rispettare il distanziamento di un metro;
  • indossare la mascherina chirurgica (o dispositivi di protezione individuale di livello superiore);
  • effettuare un’adeguata pulizia ed aerazione dei locali.

Quanto alla formazione dei lavoratori, il nuovo protocollo ribadisce che in generale occorre privilegiare le attività a distanza, ammettendo i corsi “in aula”, cioè in presenza, solamente se riguardano attività di laboratorio, tirocini o stage a condizione che siano rispettate le misure anti-contagio.

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