Classificazione ATEX: che cos’è e la normativa

La Classificazione ATEX, è necessaria in quanto in alcune aziende sono presenti delle zone a rischio ATEX, ossia degli ambienti in cui una scintilla può infiammare una miscela di gas, di vapore o di polvere e produrre un’esplosione. La probabilità di un’atmosfera esplosiva per la presenza di gas dipende principalmente dal grado dell’emissione e dalla ventilazione.

Pertanto, è necessario operare una classificazione delle aree ATEX, ossia individuare i luoghi a rischio esplosione in modo da capire quali impianti e apparecchiature usare per garantire la sicurezza dei lavoratori.
 

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Allo scopo di prevenire le esplosioni in azienda, il datore di lavoro ha l’obbligo di adottare, sulla base della valutazione dei rischi, le misure tecniche e organizzative adeguate alla natura dell’attività svolta. Qualora non fosse possibile prevenire la formazione di atmosfere esplosive, allora il datore di lavoro ha il compito di:

  1. evitare l’accensione di atmosfere esplosive;
  2. attenuare gli effetti pregiudizievoli di un’esplosione.

Cosa significa ATEX?

La parola ATEX (ATmosphères EXplosibles) fa riferimento al rischio esplosione che potrebbe essere causato, a determinate condizioni atmosferiche, da una miscela di aria e altre sostanze infiammabili (come gas, vapori, polveri, ecc.).

Quindi, il rischio di esplosione si verifica quando sono contemporaneamente presenti:

  • un comburente: tipo l’ossigeno dell’aria;
  • un combustibile: cioè gas o vapori (come solventi, vernici, benzina, alcol, coloranti, ecc.) oppure polveri (magnesio, alluminio, cereali, carbone, legno, latte, resine, zucchero, ecc.);
  • un punto d’infiammabilità o una sorgente di accensione.

zona atex

Si pensi, ad esempio, ai silos pieni di granaglie dove la concentrazione di polveri è molto elevata. In tal caso, l’atmosfera diventa pericolosa con la conseguenza che un aumento della temperatura oppure una semplice scintilla potrebbe generare un’esplosione.

La normativa ATEX

La normativa ATEX comprende principalmente la Direttiva ATEX 99/92/CE e la Direttiva ATEX 2014/34/UE che fissano i requisiti di sicurezza di prodotti e impianti utilizzati in atmosfere a rischio esplosione.

Per la classificazione delle aree con rischio esplosione, invece, si deve fare riferimento alle seguenti norme tecniche:

  1. CEI EN 60079-10-1 (CEI 31-87) “Atmosfere esplosive – Parte 10-1: Classificazione dei luoghi. Atmosfere esplosive per la presenza di gas”;
  2. CEI EN 60079-10-2 (CEI 31-88) “Atmosfere esplosive – Parte 10-2: Classificazione dei luoghi. Atmosfere esplosive per la presenza di polveri combustibili”.

In particolare, la norma ATEX EN 60079-10-1 distingue i seguenti gradi di emissione:

  • grado di emissione continuo: significa che l’emissione può essere continua oppure che avviene frequentemente o per lunghi periodi;
  • grado di emissione primo: cioè l’emissione che può avvenire periodicamente oppure occasionalmente durante il normale funzionamento;
  • grado di emissione secondo: emissione non prevista durante il normale funzionamento, ma se dovesse invece verificarsi è probabile che accada poco frequentemente o comunque per brevi periodi.

La classificazione ATEX

Il datore di lavoro deve classificare i luoghi di rischio dove si possono formare atmosfere esplosive (per la presenza di gas o polveri) e scegliere quali apparecchiature impiegare in quel determinato ambiente.

In base alla normativa in vigore, le zone ATEX con rischio di esplosione sono così classificate:

1. Atmosfera esplosiva causata dalla presenza di miscela di gas, vapori o nebbie infiammabili

  • zona 0: area in cui l’atmosfera esplosiva (miscela di aria e sostanza infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia) è presente continuamente o per lunghi periodi;
  • zona 1: area in cui è probabile la formazione di atmosfera esplosiva durante le normali attività;
  • zona 2: area in cui non è probabile la formazione di atmosfera esplosiva durante le normali attività. Nell’ipotesi in cui dovesse verificarsi una simile possibilità sarebbe comunque di breve durata.

Per la definizione di tali zone, sono utilizzati i seguenti criteri di riferimento sono:

  • quantità e posizione delle sorgenti di emissione dei gas;
  • grado di emissione (continuo, primo grado, secondo grado);
  • grado di ventilazione (alto, medio, basso);
  • disponibilità della ventilazione (buona, adeguata, scarsa).

2. Atmosfera esplosiva causata da polveri combustibili

  • zona 20: se è presente, in continuazione, per lunghi periodi o frequentemente, un’atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell’aria;
  • zona 21: area in cui la formazione di un’atmosfera esplosiva, sotto forma di nube di polvere combustibile nell’aria, è probabile avvenga occasionalmente durante lo svolgimento di normali attività;
  • zona 22: area in cui la formazione di un’atmosfera esplosiva, sotto forma di nube di polvere combustibile, non è probabile che si verifichi oppure avvenga solo per un periodo di breve durata.

Il rischio da atmosfera esplosiva causata da polveri combustibili è tipico del settore metallurgico o della lavorazione del legno e dell’industria alimentare (si pensi, ad esempio, allo zucchero, ai cereali o al latte in polvere).

Tutti gli impianti e gli apparecchi installati all’interno delle suddette zone ATEX devono essere sottoposti a controlli al fine da impedire l’innesco dell’atmosfera esplosiva.

Come classificare una zona ATEX?

Per classificare le zone ATEX e stabilire le apparecchiature idonee da utilizzare occorre rispettare le seguenti fasi:

  • studio delle sostanze trattate: in pratica bisogna verificare le caratteristiche chimico-fisiche delle sostanze, la temperatura e le pressioni massime, le modalità con le quali vengono utilizzate, ecc.;
  • studio ambientale: ossia la temperatura, la pressione, la ventilazione, ecc.;
  • individuazione delle sorgenti di emissione: significa studiare le modalità e la quantità con le quali le sostanze vengono emesse.

Valutazione rischio esplosione

Secondo quanto stabilito dal D.Lgs. 81/08, il datore di lavoro deve effettuare la valutazione dei rischi e, sulla base dei dati emersi, adottare le misure di prevenzione e protezione dal rischio esplosioni. Se non è possibile prevenire la formazione di atmosfere esplosive, il datore di lavoro deve egli dovrà:

  • evitare l’accensione di atmosfere esplosive;
  • attenuare gli effetti pregiudizievoli di un’esplosione sulla salute dei lavoratori.

Inoltre, una volta effettuata la valutazione del rischio il datore di lavoro elaborare un documento sulla protezione contro le esplosioni (da aggiornare continuamente) in cui saranno riportate le seguenti informazioni:

  • individuazione dei rischi di esplosione;
  • adozione delle misure di prevenzione e protezione. In particolare, tra le tecniche di protezione si distingue il contenimento o la segregazione (ad esempio l’incapsulamento);
  • identificazione dei luoghi a rischio;
  • manutenzione di luoghi, attrezzature e dispositivi di allarme;
  • accorgimenti per l’impiego sicuro delle attrezzature di lavoro.

L’importanza della marcatura

Le apparecchiature progettate per l’utilizzo in zone con rischio di esplosione dispongono di una specifica marcatura apposta sul prodotto su cui sono riportate le indicazioni necessarie per l’utilizzo.

Classificazione delle apparecchiature

La normativa ATEX disciplina l’utilizzo di apparecchiature in un’atmosfera a rischio di esplosione operando la seguente suddivisione:

  • i prodotti da utilizzarsi in sotterraneo o nelle miniere (Gruppo I). In tal caso, un’eventuale esplosione potrebbe essere causata da gas grisù e da polveri combustibili;
  • le apparecchiature destinate all’utilizzo in superficie (Gruppo II).

In base al livello di protezione e in funzione del grado di pericolosità dell’ambiente, possiamo distinguere:

Apparecchiature Gruppo I suddivisi in 2 categorie:

  • categoria M1: apparecchi che garantiscono un livello di protezione molto elevato;
  • categoria M2: apparecchi che garantiscono un livello di protezione elevato e devono potere essere messi fuori tensione.

Apparecchiature Gruppo II suddivisi in 3 categorie:

  • categoria 1: apparecchi che garantiscono un livello di protezione molto elevato destinati agli ambienti in cui l’atmosfera esplosiva è presente;
  • categoria 2: apparecchi che garantiscono un livello di protezione elevato destinati agli ambienti in cui è probabile che vi sia un’atmosfera esplosiva;
  • categoria 3: apparecchi che garantiscono un livello di protezione normale, destinati agli ambienti in cui vi sono scarse probabilità che si manifestino atmosfere esplosive.

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